Uno dei temi che ci appassiona e che ci guida nelle scelte lavorative che facciamo in ErgoSum è quella del Benessere Organizzativo.
È universalmente condivisa la teoria secondo la quale “se stai bene, lavori meglio”, e il tema del benessere organizzativo è anche molto “di tendenza”.
Spesso quando leggiamo un articolo o sentiamo una notizia di un’azienda che investe sul benessere dei suoi dipendenti ci divertiamo a “verificare” se è solo un modo cool per far parlare di sé, oppure è una seria politica di sviluppo del benessere.
Ma cosa intendiamo per benessere?
In latino stare bene si traduce valere.
Valere, oltre che stare bene significa anche essere sano, essere forte e vigoroso, ma anche avere potere e influenza, e soprattutto essere capace di, contribuire a, oltre che essere efficace e aver significato.
Per noi il benessere organizzativo è proprio questo “stato” dell’essere, appunto, per cui ogni persona riesce a sentire che le sue azioni contribuiscono allo sviluppo di sé e dell’organizzazione di cui fa parte, che riconosce di avere potere e sceglie come esercitarlo, che utilizza le sue potenzialità di leadership autentica e profonda, che si sente capace ed efficace nel ruolo che svolge.
Distinguiamo, dunque, tra welfare e wellbeing; il primo offre ai dipendenti di un’azienda di godere di un insieme di servizi di alcuni benefici e facilitazioni per agevolarli nella vita privata o lavorativa (gli esempi sono i più vari: dall’asilo aziendale al servizio di tintoria).
Il wellbeing fa riferimento al Valere latino. Supera il concetto di welfare e riporta al poter “stare bene” e sentirsi pienamente realizzati.
Il wellbeing ci permette di uscire dallo stereotipo di benessere legato alle SPA o ai centri termali, e apre lo spazio per riconnettere il benessere anche con il lavoro – luogo in cui esprimere la propria vitalità e vivacità mentale e sentirsi realizzati.
Giocando con le parole, vorremmo passare da uno stereotipo di benessere inteso come “la bella vita” ad un progetto personale e organizzativo in cui tendere ad una “vita bella”, una vita felice, a cui posso dare significato e che ha significato per me.
Nella prossima newsletter raccontiamo alcuni tool e tecniche per implementare il #welbeingacostozero