Quante volte in azienda ci è capitato di incontrare un collega – o di esserlo noi stessi – con lo sguardo afflitto dopo aver ricevuto un feedback?
Succede perché, spesso, al termine feedback associamo un significato sbagliato: un rimprovero, una critica, un “non sei abbastanza”.
Allora partiamo da qui: sfatiamo un falso mito. Il feedback non è un “colpo basso” e soprattutto non è mai negativo.
Anche quello che ci mette alla prova, che tocca un nervo scoperto o che ci costa fatica accettare, è in realtà un’occasione preziosa, un’opportunità di crescita.
Il feedback è una bussola: ci aiuta a capire dove siamo, come stiamo impattando sugli altri, quali sono le aspettative delle persone con cui lavoriamo, e cosa possiamo fare per evolvere.
Non riguarda solo chi lo riceve, ma la relazione tra chi lo offre e chi lo accoglie.
Possiamo dire, in sintesi, che il feedback è informazione di sistema che si muove seguendo 3 direzioni
- Top-down: dal manager al collaboratore. È il canale più frequentato e conosciuto.
- Upward feedback: dal collaboratore al manager. Più sfidante, richiede coraggio e un cambiamento di mindset, ma è essenziale per costruire fiducia e crescita reciproca.
- Peer-to-peer: tra colleghi. Genera circolarità, rafforza le relazioni e favorisce una cultura del miglioramento continuo condiviso.
Come possiamo restituire osservazioni e aspettative in modo utile, trasformando ogni feedback in un’occasione di miglioramento concreto per chi ci sta accanto – che sia un capo, un collega o un collaboratore?
Sia che sia un feedback di rinforzo sia che sia un feedback di miglioramento, possiamo usare il modello SOIA.
Non sottovalutiamo che però la vera svolta avviene imparando anche a riceverli.
Accogliere un feedback con apertura, senza mettersi sulla difensiva, richiede coraggio e curiosità.
Significa scegliere di essere più interessati a evolvere che ad avere ragione.
Vuoi promuovere una cultura del feedback nella tua azienda?
Dai tu per primo l’esempio di come si accoglie un feedback in modo costruttivo.
Chiedi almeno 3 feedback a settimana:
- uno a un collaboratore
- uno al tuo responsabile
- uno a un collega
E usa il modello SOIA per strutturare i tuoi feedback