Fare Smart Working è un modo per sviluppare la Felicità al Lavoro e questo lo sosteniamo da parecchio tempo e anche nel nostro libro “La felicità della Giraffa” ci abbiamo dedicato qualche riflessione.
E’ stato il COVID-19 che, con il lockdown, ha fatto diventare un obbligo il lavoro da casa, che non è un vero e proprio Smartworking.
Dal 10 marzo ci siamo trovati immersi in una sorta di esperimento sociale caratterizzato dalla Work-Life Fusion: una marmellata in cui lavoro, scuola, famiglia, benessere faticano a trovare una distanza di spazio e di tempo e per sostenere positivamente questa nuova situazione abbiamo creato nuove abitudini.
Finalmente ora ci aspetta la tanto agognata Fase 2, quella della ripartenza.
Ma prima di archiviare l’esperienza degli ultimi due mesi ci piace pensare che quanto vissuto ci possa essere di ispirazione per cambiare – almeno un poco e in meglio – il mondo del lavoro.
Sono molte le voci che – alla luce dei benefici inaspettati portati dal lockdown – chiedono di ripensare il modo di fare business, e poi c’è qualcuno che lo fa per davvero.
Engie EPS con il Manifesto del FamilyWorking stabilisce il principio che la propria casa diventa il nuovo luogo di lavoro naturale, attraverso il riconoscimento dei 5 diritti che coniugano positivamente lavoro e famiglia.
Tra questi diritti ci è sembrato particolarmente innovativo il diritto alla Flessibilità, secondo il quale si può svolgere l’attività lavorativa quando meglio si adatta alla propria routine familiare. «Otto ore continuative sono il passato e un incubo per la famiglia. Il part time tradizionale è una corsa a ostacoli e ottenerlo spesso è un miracolo; indipendentemente dall’emergenza COVID-19 nel FamilyWorking l’orario di lavoro è funzione delle proprie esigenze e dell’equilibrio tra famiglia e lavoro; può essere modificato ogni mese».
Il diritto al Tempo per la Famiglia è il diritto che scardina le asimmetrie relazionali del controllo e della disponibilità supina di memoria fantozziana che ancora caratterizza alcuni contesti organizzativi. «Se non rispondi alla videochiamata di un collega è perché non puoi essere disturbato, perché stai dedicando tempo alla famiglia o alla tua sfera personale: l’Azienda ha il dovere di rispettarlo».
Tutto questo è accompagnato da strumenti tecnologici, ma anche di welfare 2.0 (come le lezioni di fitness via zoom, webinar con pedagogisti e attività dedicate ai bambini).
Engie EPS dimostra che si può innovare il modo di lavorare e realizzare un nuovo assetto organizzativo solo con un radicale cambio di mindset e la volontà del vertice aziendale a garantirne la piena realizzazione.
Siamo felici di aver incontrato la storia di Engie EPS perché hanno saputo cogliere l’occasione del lockdown per rimettere al centro del loro modello organizzativo le persone, con la fiducia che investire sulla felicità aumenta non solo la qualità del lavoro svolto, ma anche la qualità della vita del sistema familiare e sociale.
Intravvediamo la rotta verso una Human Economy… avanti tutta!